
I fabbricanti d’ombre hanno mani invisibili
I fabbricanti d’ombre sono architetti di mondi che non esistono. Danzano su corde sottili fatte di parole gonfiate, ma si ‘ muovono con grazia, come funamboli inconsapevoli della caduta. Non conoscono vergogna: il loro respiro sa di miele guasto. Le loro bocche, sempre aperte, sussurrano storie tanto fragili che basterebbe un soffio per dissolverle. Eppure la folla, assetata di racconti, raccoglie quei frammenti di vetro e li scambia per diamanti.
Ho visto le loro ombre proiettarsi su pareti che un tempo erano mie. Hanno mani invisibili, i fabbricanti d’ombre, dita che spingono, che strappano lembi di verità per vestirsi di una realtà cucita addosso. Non importa se calza male, se sforma la loro figura: è ciò che serve per trasformarsi in vittime o in eroi, a seconda della platea.
Ma l’inganno, prima o poi, si sbriciola. È come carta lasciata sotto la pioggia: si sfalda, rivelando le parole nascoste, quelle che non hanno mai osato pronunciare. Il fabbricante d’ombre dimentica sempre una cosa: chi conosce la verità non la dimentica. Chi è stato ferito non ha bisogno di grida per smascherare il colpevole. Si aspetta. Silenzioso. Fermo. Perché il male ha gambe stanche e la verità, pur rallentata, arriva sempre alla fine.
